251 te di Bethune e l’abate di Preaux in Alemagna ad incoraggiarvi il partito cattolico, facendogli intendere che in caso di bisogno non gli mancherebbe il soccorso delle armi, e a portare invece la disunione tra i riformati. Essi riuscirono perfettamente nello scopo della loro missione, e il trattato di "Dima (2 luglio 1620) introdusse una tregua tra le due parti ad esclusione della Boemia, che rimaneva sola esposta alla vendetta dell’imperatore. Il duca di Baviera e gli altri principi cattolici non avendo più a temere per le proprie terre, drizzarono tutte le loro forze contro la Boemia, ove per giunta regnava la discordia. Il nuovo re Federico, incapace e solo amante del fasto, sprecava in questo i denari che avrebbero dovuto servire alla guerra ; i Boemi, assaliti sotto le mura stesse di Praga da un esercito di gran lunga superiore, furono sconfitti interamente (8 novembre 1620). L’effimero re si vide costretto a fuggire in Olanda, e fu messo al bando dell’impero. Ferdinando riacquistati i suoi Stati, tagliò di propria mano la lettera imperiale (22 gennaro 1621), e lascio libero il corso alle sue vendette. Cotale risorgimento della fortuna austriaca rialzava le speranze di tutta la casa, e la Spagna ricominciava a minacciare 1 Italia, e specialmente la Repubblica di Venezia, dall interno e dall esterno. Dopo sventata la congiura del-1’ Ossuna non era cessato il pericolo, e Carlo Emmanuele ne avvisava 1 ambasciatore Zeno (1), e altri avvisi vi arrivavano dallo Spinelli da Napoli (2), ove l’Ossuna ancora in seggio, continuava i suoi maneggi. E nello stesso tempo che Spagna manteneva codeste agitazioni nell’interno della Repubblica, adopravasi ad oc cuparla anche al di fuori col tentare di staccare dalla sua alleanza i Grigioni e impadronirsi della Valtellina. (1) Dispacci 28 genn. 1619. (2) 22 Sett. 1620. — Dalle carte degli Inquisitori di Stato.