51 Santità disgustatissima della iicenzia data ai Gesuiti, e di veder che non si osserva l’interdetto. La stimola l’Ari-gone a non tollerare tal cosa, ed egli si trova stretto di quà da chi lo consiglia a continuare sulla via intrapresa, di là da altri che consigliano quiete, moderazione. E perciò si ritrova Sua Beatitudine collocato tra tali estremi, come si vede, che non sa in modo alcuno sbrigarsene ; da una parte piacendogli e parendogli bella cosa l’esser papa e viver lungamente nell’imperio e accomodar la casa sua come lo scongiurano i parenti, e dall’ altro canto venendo stimolato da molti e dal desiderio di essere obbedito e, mostrandosi principe grande, rendere il nome suo glorioso e non dimostrarsi incostante e imprudente. Niuna delle quali cose vedendo corrispondere al suo desio, ora s’agghiaccia or s’infiamma, temendo talor che la navicella non urti in qualche scoglio che gli apporti pericolo di naufragio. Benché non manchi di scacciarsi dalla mente queste nuvole con dire che questi scandali, conculcazioni e perturbazioni le riconosce dalla divina provvidenza e disposizione acciò ne raccolghi maggior merito ». Prevalevano però le arti di Spagna, e benché il papa si andasse persuadendo della giustizia dei decreti fatti dalla Repubblica per sola necessità e mantenimento dello Stato, e tutta la corte ne fosse convinta, molto più spiacendo generalmente quanto si arrogavano gli Spagnuoli in Napoli e Sicilia, Paolo V non sapea indursi a dare un passo indietro, locchè si può più presto attribuire, scrivevasi da Roma « alle esortazioni e consigli di alcuni personaggi grandi e cardinali che alla propria volontà, essendo di natura amorevolissima, et ora più che mai a guisa di tanti arrabbiati cani gli sono continuamente alla gola per comunicargli il loro veleno, e sfogarsi contro quei prudenti signori col mezzo della scomunica, discorrendogli che se do-