publioa supponendo che la sopraditta Signora Contessa fosse alla sua villa appresso il Dolo, circa dieci miglia lontana da Venezia, il dì 21 del detto mese d’ aprile, mandò il signor Giovanni Dynclei suo secretano, con sue lettere di credenza, indirizzate a Sua Eccellenza e con instruzione circa li tre punti infrascritti. Primo. Che per convenienti rispetti e pubblici e privati, egli 1’ aveva mandato, a far sapere a Sua Eccellenza che da gagliarda intelligenza egli aveva inteso, ed era molto divulgato per la città, intorno 1’ infelice caso del Foscarini, eh’ egli era in parte stato condannato per essersi ritrovato più volte con alcuni ministri pubblici nella casa della detta Contessa, sopra il Canal Grande (1). Secondariamente. Che per quanto il detto Ambasciatore era informato, da mezzi probabili, non prima, che la medesima mattina (benché del primo punto egli avesse anco inteso qualche giorno prima), la Serenissima Republica aveva fatto proponimento d’intimare a Sua Eccellenza determinato tempo nel quale ella dovesse partirsi. Terzo. Che perciò, per ischivar 1’ affronto di sì fatta intimazione, e similmente il pericolo d’ alcun de’ suoi servitori suo riverente parere era (sempre però a correzione di Sua Eccellenza), eh’ ella avrebbe fatto bene di starsene fuori nella sua villa, senza venir a Venezia, fin tanto che il detto ambasciatore le desse più informazione. — 11 Secretano non trovando Sua Eccellenza come egli aveva supposto alla villa, la ritrovò in carrozza vicino a Lizzafusina, che veniva a Venezia, dove egli le diede le sopra dette lettere e gli espose le cose dette di sopra. Al che Sua Eccellenza rispose al detto Secretano, eh’ ella non poteva dubitar di cosa alcuna, ma voleva venirsene a Venezia. Arrivata eh’ ella fu, sbarcò alla casa del detto Ambasciatore, fra il quale e lei passarono alla presenza dei servitori di lei molti discorsi sopra la sua sola particolar indagazione, intorno tutte le circostanze di così vigliacca relazione. Nel qual discorso il detto ambasciatore disse a detta Signora, che da intelligenza molto gagliarde gli eran state portate e con molto calore le circostanze infrascritte. Che il Nunzio del Papa, ed il Residente dell’imperatore, aveano detto, che si erano ritrovati insieme col cavalier Foscarini, diverse volte, alla casa di lei, ed a tarde ore di notte. (1) In palazzo Alocenigo a S. Samuele. Vol, VII. 76