357 bligata alla difesa del regno, si trovava in grande ruina, introdusse cernide ed esercizii militari, diede modo e regola all’ armar delle galere ed al porre gli uomini al remo, costituì provisioni annue per marinari, attese con grande sollecitudine alle fortificazioni e fabbriche delle fortezze, piantò saline e pubblicò ottime leggi, giustissimi ordini e saluberrimi statuti (1). Ma fu sollievo piuttosto momentaneo che durevole, laonde la scontentezza era abbastanza generale, dubbia la fedeltà, tiepido 1’ attaccamento per un governo che bene mostrava ottime intenzioni, bene faceva opportunissime leggi, bene sacrificava perfino i proprii redditi, ma non sapeva o poteva metter freno a’ suoi governatori ed ai signorotti dell’ isola, e le visite degl’ Inquisitori e dei Sindici, e le minacciate punizioni riuscivano, stante il vincolo reciproco che fra loro univa i patrizii, per lo più inefficaci. Tale era la condizione dell’ isola, quando crescendo 1645. sempre più il timore dei Turchi, Andrea Corner proveditore generale non lasciava di sollecitare il Senato a pronti e vigorosi provvedimenti. E il Senato gli scriveva raccomandandogli di restaurare le fortificazioni esistenti, di alzarne a luoghi opportuni di nuove, di armare vascelli, mandavagli provisioni di frumento e di riso (2), duemila cinquecento fanti, alcuni ingegneri, tra i quali il Vert (3), poi il 10 febbraio susseguente vi mandava centomila ducati, e vi destinava al comando della truppa terrestre D. Camillo Gonzaga ®d il barone di Degenfeld, deliberava inoltre 1’ armamento di due galeazze e trenta galee sottili, prometteva infine altri soccorsi di gente e di capi da guerra, autorizzando lo stesso Corner a levare mille fanti dal Brazzo di Maina ed (1) Molili, Memorie Cod. DLIII, pag. 66 alla Marciana. (2) Rettori, 4 gennaro 1644^5 all’ Archivio. (3) 5 detto, pag. 138.