55 cali scritte ai rettori e ai religiosi dello Stato in proposito dell’ interdetto, desse facoltà infine agli ordini religiosi partiti di Venezia di ritornarvi (1). Erano proposizioni queste che la Repubblica non poteva accettare, siccome troppo per lei umilianti ; metteva ella invece per prima condizione che fossero levate le censure, il che fatto, sugli altri punti sarebbe facile il convenire, e sarebbesi trovata in lei tutta la moderazione e arrendevolezza, mentre far la consegna e mandar l’ambasciatore prima che quelle fossero levate, sarebbe un confessarsi rea di colpe non commesse ; nè poter sospendere, come chie-devasi, le leggi, cosa sommamente pregiudiziale (2). Seguì una lunga serie di ufficii fatti dall’ambasciatore francese Du Fresne e dal Cardinal di Giojosa mandato appositamente da re Enrico IV, dallo stesso ambasciatore di Spagna Francesco di Castro, da quello dell’ imperatore e da altri, tanto presso il Senato, quanto presso il papa, ma pareva cosa inestricabile. Il papa ondeggiando, ora mostrava piegarsi, ora tirarsi indietro assicurato dell’appoggio che continuavano a promettergli gli Spagnuoli, e più volte ogni trattativa era per rompersi ; tanto che sulla fine di dicembre così poco progresso aveva fatto l’opera di conciliazione che il Fuentes armava a maggior furia e la Repubblica veniva avvisata dell’intenzione ch’egli aveva di entrare nei suoi Stati (8). Volgevasi quindi a sollecitare anch’essa un’alleanza più stretta col re di Francia, il quale però vi si mostrava renitente non volendo inimicarsi il papa ed entrar in guerra cogli Spagnuoli (4), e solo consigliavala che nel caso che il papa movesse contro di essa le armi, assoldasse truppe o- fl) 3 Nov. Summario. Codice Cicogna 1799. (2) Summario da 3 nov. a tutto die. 1606 e Deliberazioni Roma. (3) Deliberazioni Roma, 8 die., p. 203. (4) Vedi Appendice alla Relazione di Francia di P. Priuli, tra le Relaz. pubblicate da N. Barozzi, Francia, t. I, 260,