397 altre massime è stato un gran maestro, ha certamente equivocato in questa di far danaro coll’ ampliare il numero dei consiglieri et officiali nei parlamenti, a segno che in alcuni luoghi et in alcune camere sono fin dugento e trecento dove prima erano quaranta o cinquanta al più ; nel numero ristretto erano tutte persone di qualità che per avanzar di posti e di fortuna dipendevano intieramente dalla Corte, la quale in conseguenza dirigeva i parlamenti a sua voglia. Ampliato il numero, li parlamenti si sono popolarizzati, vendutisi non ai più degni ma ai più ricchi che sono stati li borghesi et artigiani, i quali contentandosi di quel lustro e niente pretendendo dalla Corte, formano una specie di repubblica, si sottraggono quanto possono dalla mónarchia, e se la prigionia de’ principi (1) ha fomentato il torbido presente, ha nondimeno divertito il molto maggiore, perchè Condè era così persuaso di profittare della minorità del re, che seguitato dalle milizie per la buona fortuna che accompagnò le sue precedenti vittorie, il re medesimo e la regina correvano azzardo di soccombere ». Finalmente il 24 ottobre 1648 i due trattati di Westfa-lia furono segnati a Münster dopo quattro anni e mezzo di negoziazioni; la guerra dei trent’ anni era finita. Terminato sì lungo maneggio, nel quale pareva fino negli ultimi giorni sorgessero quasi a bella posta sempre nuove difficoltà e dilazioni sopra dilazioni, poteva finalmente scrivere il Contarmi il 24 ottobre 1648 « Te Deus laudamus. Oggi alle due dopo mezzo giorno è stata sottoscritta la pace d’imperio dai plenipotenziarii dell’imperatore, delle due Corone collegate, e poi dalli deputati dei Stati dell’imperio stesso. Nell’ ora medesima predetta li Francesi e Svedesi si sono condotti, questi nella casa del conte di Lamberg, e quelli in quella di Nassau, dove si sono sottoscritti gl’instromenti (1) Condè e gli altri avversi al Mazarino e alla Corte.