La morte di Enrico cambiava tutt’affatto l’aspetto delle cose. Succedevagli il figlio Luigi XIII in età di soli dieci anni e le faccende del regno rimanevano affidate alle mani della madre Maria de’ Medici nominata reggente. Tale è la pittura che di lui fa più tardi 1’ ambasciatore veneziano : « E alienissimo S. M. dalla cognizione ed applicazione degli affari pubblici, e sebbene per il più assista alle risoluzioni importanti lo fa però con impazienza nè vi contribuisce che la presenza sola, mostra nondimeno attitudine grande dalla quale può promettersi in più matura età una singolare riuscita, ma il vedersi che così tardi va portandosi fuori degli affetti ed esercizii puerili perdendosi nel trattenimento di piccioli uccelli, cani et altre leggerissime occupazioni, fa che si accusi grandemente il modo della sua educazione, con dirsi nascere ciò dall’oggetto di tenerlo lontano più che si può dal governo. Gli assiste solo chi dipende assolutamente dalla madre, la quale di tutt’ i suoi movimenti, azioni e parole ancora resta per momento avisata e secondo il bisogno si mutano e si scacciano o si confermano quelli che si vogliono avanzare più del dovere introducendovi altri che siano di spirito più rimessi. Ama grandemente la caccia, travaglia e maneggia volentieri li cavalli e lo fa con buona disposizione e quasi di continuo sta in esercizio e s’ agita in ogni parte. Ha finito li quindici anni questo settembre passato, nè nella persona mostra averne da-vantaggio, trova un poca di difficoltà nel parlare con esser grandemente impedito nella prononciazione, con credersi dai medici che dal capo egli non trasmetta alcun escremento, come comunemente fa ognuno. Si fa temere che multiplicando gli umori e stillando nelle parti interne siano itifine per produrli delle indisposizioni gravi. Il discorrere quali possino essere i pensieri e oggetti suoi sarebbe in tutto superfluo non conoscendosi ancora in esso azione matura».