363 va colle sue galee incontro a quelle del principe Ludovisio generale del papa, soprapreso da vento di tramontana per salvar 1’ armata avea dovuto entrare in quelle acque, che chiamata consulta, rappresentato il bisogno urgente del Regno, la stagione avanzata, egli avea opinato meglio essere il partito di operare prontamente colle forze che si aveva, che non aspettare ancora a dilazionare di qualche settimana, mentre, perduta questa occasione, i Turchi potrebbero rinvigorirsi in modo che ogni tentativo riuscisse insufficiente ; essere 1’ armata veneziana costituita di venticinque galee sottili, competentemente armate, di quattro galeazze bene all’ ordine, aver al Zante nove vascelli d’ alto bordo, aspettarvisi tra giorni quelli di Livorno, onde in tutto sarebbero tredici, le milizie essere tremila seicento fanti effettivi, oltre agli altri che si troveranno al Zante, eh’ egli mandava prontamente avviso della risoluzione presa di farsi incontro al nemico al principe Ludovisio, significandogli che quando fra cinque giorni non si trovasse al Zante, egli veneziano Proveditore, dovrebbe prendere da se la direzione verso il regno, ed unirsi col Cappello alla Suda. Infine il 29 novembre succedeva al Zante l’unione delle due armate, componendosi quella degli alleati di ventuna galere, cioè cinque del Papa, cinque di Toscana, cinque di Napoli e sei di Malta. Ma intanto i Turchi aveano sempre più avanzato i loro lavori d’approccio, prossimi ad impadronirsi del castello S. Todero (Teodoro), il capitan Biagio Zuliani dopo vigorosa difesa, veduta ogni resistenza impossibile, diede fuoco al deposito delle polveri, volendo piuttosto di arrendersi morire generosamente co’ suoi e co’ Turchi ch’erano entrati. Padroni anche del castello s. Dimitri, i Turchi stringevano sempre più la Canea, la quale non ostante il debole presidio eroicamente resisteva ; alle intimazioni del pascià rispondeva il comandante Navagero con alti e nobili sensi.