299 venete, e così, anziché essere di sollievo e di aiuto, era d’intoppo (1). Era il campo veneto a Valeggio, sotto il comando del proveditor generale Zaccaria Sagredo e con lui si trovavano i generali francesi la Valette e Oandale, D. Luigi d’ Este e Cornelio De Vimes. Fermarono il pensiero di occupare Villabuona, Marengo e s. Brizio per quindi espugnare Goito donde avrebbero potuto poi far penetrare considerabili soccorsi in Mantova. Entrarono effettivamente in Villabuona, ma assaliti dal generai imperiale Galasso non poterono sostenervisi, e dopo valorosa difesa costretti a volgersi in fuga, lo stesso la Valette rimase ferito e prigione. I fuggiaschi portarono lo spavento a Valeggio, fu tenuto consiglio sul da farsi, alcuni lodavano che si aspettasse il nemico che veniva innanzi infuriando, parendo loro troppa vergogna abbandonare così vilmente un posto tanto principale, altri invece opinavano, e tra questi il Sagredo, doversi salvare 1’ esercito che allora impaurito e disordinato non avrebbe potuto resistere. E così fu fatto, il Sagredo ordinò la ritirata verso Peschiera, il Vimes che teneva la rocca di Valeggio la fece saltar per aria, gli Alemanni dando addosso furiosamente alla turba che fuggiva, ne fecero gran macello. Dolorosissima fu, come può immaginarsi, la notizia di tanta rotta a Venezia, ma il Senato non si lasciò cadere dell'animo, e come gli antichi Romani, dopo la disfatta di Canne, solo pensò a rifare 1’ esercito. Fu eletto un Inquisitore al campo per ricercare i fatti di Villabuona e Marengo, 1’ abbandono dei posti di Villafranca e Valeggio e la ritirata a Peschiera, Verona ed altri luoghi, e affinchè il timore dei capitani non ritenesse i soldati dal dir francamente la verità, (1) 19 Giugno il Senato aH’ambagciatore di S. M. Cristianissima che il duca non opera niente, che mette intoppo a tutto, che si era perfino espresso di voler trattare cogl’ Imperiali, anzi aver già trattato — Secreta, p. 276.