294 gnor cardinale che Mazarini era nell’ anticamera, lo fece chiamare e gli disse : « ho voluto rispondervi alla presenza del sig. ambasciatore di Venezia acciò si sappia da ognuno che io in questo negozio non voglio nè trattar nè parlar di cosa alcuna senza il suo assenso. Per risposta adunque di quello che mi diceste ieri, vi dico, che fermarmi non posso, nè voglio, che la sospensione delle armi la stimo superflua, nè posso condiscendervi ; di mandar il maresciallo di Crichì al congresso che si potesse fare dal cardinale legato e ministri dei principi, non lo posso fare, tenendo egli già ordine di portarsi a Casale con la sua vanguardia dell’esercito per farvi molte preparazioni necessarie per il mio arrivo. « Adunque, disse Mazzarino, V. S. Illustrissima non vuol meno udir alcuna proposizione di pace, adunque si può di questa maniera tener la guerra già principiata ». « No, disse il cardinale, io convengo frapponer venti giorni al mio arrivo a Susa e venticinque a Casale ; se tra tanto Spagnuoli et Imperiali vorranno fare una buona pace, che tra essi la sta-bilischino e me la proponghino al mio arrivo in Italia, che essendo di soddisfazione dei principi collegati, l’abbrac-cierò prontamente. Disse Mazarino : che condizioni desidererebbe V. S. Illustrissima in questa pace ? Rispose il cardinale : Le condizioni son chiare e facilissime, nè vi è alcuno che le possi saper meglio del marchese Spinola e di Col-lalto medesimo. Aggionse il Mazarino : V. S. Illustrissima si contenti di spiegarmele. Rispose il cardinale quello che disse egli a me poco prima : Cesare dii al duca di Mantova l’investitura di tutti li suoi stati, si ritirino imperiali in Germania, Spagnuoli eschino dallo stato di Milano lasciandovi li soli ordinarii moderati presidii, si restituiscano Grigioni nel loro pristino stato aprendo li passi e riducendo la Valtellina alla sua primiera obbedienza, che effettuate queste cose la pace si stabilirà facilmente. Disse Mazarini per effet-