127 contro di essi a tumulto, onde il Bedmar spaventato, e sapendo come egli era disegnato alla comune avversione, avea chiesto ed ottenuto guardie a sua sicurezza (1). Al nunzio papale venuto a congratularsi coll’ Ossuna della sua felice impresa, egli tutto gonfio rispose tener in saccoccia due altri gran colpi contro Venezia, l’uno per settembre, l'altro per ottobre (2). Quali fossero ben presto vedremo. Questo primo fatto dell’ Ossuna fu preceduto e seguito da notabili circostanze. Fino dal 28 giugno le relazioni del Bedmar coll’ ambasciatore inglese Wotton, qualificato da lettere da Londra per uomo povero, pieno di debiti, in sospetto d’ essersi lasciato corrompere dagli Spagnuoli (3), si erano fatte più vive (4) ; sapevasi eh’ egli s’ era procu-to la pianta delle fortezze di Peschiera",, Brescia e Crema (5) ; alcuni inglesi aveano fatto disegno d’incendiare le navi veneziane a Malamocco (6) : infine Giacomo Pierre entrato, come vedemmo, in servigio, il 5 d’agosto, cioè pochi giorni dopo il fatto di Lesina e presentata il 30 la sua scrittura, tenendosi per tal modo rassicurato, dava mano tanto più tranquillamente ad ordine quella trama che dovea condurre Venezia alla sua totale ruina (7). Giacomo Pierre faceva assegnamento sul gran numero (1) Secreta p. 215. Il Senato ne dà avviso a Roma o alle Corti. (2) Spinelli 1 agosto. (3) Comunicate 12 agosto 1617. (4) Comunicate. (5) Ib. 4 luglio. (6) Parti Secrete 28 luglio. (7) Il seguente passo d’ una lettera di Bedmar all’ Ossuna toglie ogni dubbio circa all’ accordo tra loro : « e avendo mostrato 1’ esperienza il poco conto che deve farsi delle arenate veneziane si tiene per cosa stabilita che con le squadre delle galee di Napoli, di Sicilia e di Algeri maggiormente, si può non solo venire nel Golfo, anzi alla città se fosse necessario e così si potrebbe con poco più incontrare meno rischio e ridurre questa gente allo stato che merita. Lett. 7 gennaio 1618, in lingua spagnuola nelle Comunicate Cons. X.