349 sulle negative, che si provocará lo sdegno del re pur troppo alterato, facendo con la mano certo atto che hanno qui familiare quando vogliono intimare il taglio della testa. Il dragomano di Francia si perdè un poco di core, et io feci che il Grillo (1) riferisse ; et alli suddetti concetti disse che dalla giustizia di S. M. non si poteva aspettare se non azioni molto rette et che sue signorie illustrissime molto bene sapevano che Ij ambasciatori erano qui sotto 1’ ombra delle capitolazioni et con la fede data da S. M. Rispose alterata-mente che in questi casi il re non la perdonerebbe nè anco alla propria madre, che si sapeva certo che Maltesi avevano fatto la preda, et che questi erano protetti e aiutati da tutti, che però bisognava che ognuno ne rendesse conto, replicando quell’ esempio altre volte usato da lui, che Mustafà bassà aveva ben saputo riaver un suo schiavo, et se un perfido forfante come era quello si era fatto obedire, meglio lo farà il re il quale era risolutissimo di sapere come e dove sia andato quel vascello ; che fin ora era stato detto che il Kis-laragà fosse morto, ma che restasse schiavo un tal Usum Meemetagà moro -eunuco prediletto della Casicchi favorita del re, il cadì della Mecca e tre o quattro altri baltagi che sono serventi nel serraglio ; che il re voleva li particolari di tutto, e che bisognava obedirlo. L’ambasciatore di Francia rispose assai freddamente dicendo solo che Malta era lontana da Francia e ne fece la descrizione, mostrando con cenni il sito e che non vi era alcuna comunicazione. Io feci aggiunger che quello era un governo separato et independente, che con il corso vi si mantiene il publico et il particolare, che certamente da Vostra Serenità non ricevevano nè aiuti nè appoggi. L’ agente d’ Olanda credendo dire una ragione assai concludente inciampò dicendo che erano (1) L’ interprete veneziano.