365 col pretesto di provedersi d’acqua si allontanò, sordo agli ordini del Proveditor Minotto, alle suppliche degli abitanti che per isfogo di dolore insultarono perfino col cannone la sua partenza (1). « Almeno, così scriveva il Cornaro (2), 1’ eccellentissimo Cappello giacché ha preso partito di lasciare quel porto, si fosse per la via più breve dell’ Arcipelago inviato ad unirsi con l’armata, senza andar accrescendo la disperazione dei medesimi popoli col far veder a tutti che abbandonava la loro difesa ». Difatti appena ebbe il Turco notizia di quella vii fuga che mandò al Proveditor Minotto, al Michieli e al Malipiero comandanti nei varii posti della Suda la seguente intimazione : « Questo sarà per avvisar a V. S. come il porto della Suda lo abbiamo bisogno per la nostra armata, poiché senza quello non potrete avere l’amicizia. nostra. Me lo consegnerete e sarete tutti riportati con onore come avemo fatto con la gente che è uscita fuori e restata alla Canea, e se non lo farete, state sicuri che an-derò io operando per terra e per mare. E mandatemi risposta subito ricevuta la presente». Eia risposta del Minotto e del Malipiero era : « Riferisca V. S. (Giacomo Premarin che rimasto in Canea avea assunto il vergognoso ufficio) al capitan Bassà che Dio e la natura insegna la propria difesa sino all’ultimo, e che la fortezza non consiste in noi, nè potemo disporre di essa, ma il principe è padrone e ci ha commesso la sua difesa, la quale ci dichiariamo fare sino all’ ultimo spirito, di modo che venga quando le piace che siamo pronti ad aspettarlo ». Riunitasi però intanto tutta la flotta in quelle acque, i (1) Lettera di Girolamo Morosini Proveditor generale da mar a suo fratello. « E’ gionto il Cappello eli e mi fa perder il cervello, perchè questo signore vuol far a modo suo e non l’averei mai pensato che avesse abbandonato questo porto, che presa la Suda si può dir perso tutto il regno». Ib., pag. 76. (2) Dispaccio 2 Settembre.