396 eia (1). Alla testa infatti del trattato di questa coll’impero, figura come solo mediatore l’ambasciatore veneziano (2), astenutosi il nunzio papale a causa delle concessioni che si facevano ai Riformati. Ma parlando della Francia, cosi riferiva il Contarini : « E poiché la penna mi ha portato insensibilmente a parlare della Francia, dirò due cose sole, una che riguarda il presente, 1’ altra il futuro. Per il presente certo è che la Francia non può continuar la guerra, poiché non possono supplire ottanta milioni di franchi annuali de’ quali al presente può disporre il re, a tutte quelle incombenze che gli anni addietro consunsero centoquaranta milioni, compresi venti milioni che ogni anno facea il re di debito con particolari, il qual debito ascende ora a centocinquanta milioni, debito che a quel grande, opulente regno non saria di momento se il re non avesse perduto il credito coll’ impiegar nella guerra quelle entrate che prima erano assegnate al pagamento dei pro del suddetto debito, onde siccome conservando il credito non gli sariano mancati danari, così avendolo perduto non trova più un quattrino, a segno che se vuol talvolta mille doppie per giocare (a che la Maestà Sua si mostra per natura inclinato assai) bisogna che qualche gran signore lo soccorri, perchè le finanze sono sempre affatto esaurite. « L’altro riflesso che riguarda il futuro, è che per 1’ autorità la quale ogni giorno più si van usurpando i parlamenti corre gran rischio quella monarchia di seguitar 1’ esempio dell’ Inghilterra (3). Quest’autorità ha principiato sotto la direzione del cardinale di Richelieu che se nelle (1) Leggesi ne’ suoi dispacci. « Conditione così honorífica et di tanta confidenza nella Repubblica e suo ministro, in cui mano ri-ponghi una Corona grande come quella di Francia interessi tanto grandi e tanto essenziali, nècredosia stata e sia per esser senza esempio. (2) H. Martin XIV, 146. (3) Che allora trovavasi in rivoluzione.