226 nelle elezioni, fu proceduto con rigore sino a che si trovarono colpevoli gentiluomini poveri o mediocri, ma quando cominciossi a scoprire eh’ erano nella medesima colpa altri di maggior qualità, non si era andato più avanti; perciò doversi formare un Consiglio de’ Dieci composto di diverse qualità di soggetti, acciocché ogni condizione di gentiluomini potesse avervi parte, che allora non sarebbe più invidiata la sua autorità, nè alcuno sarebbe che volesse dolersi del troppo potere di un Consiglio in cui egli stesso sperasse un giorno di entrare, locchè otterrebbesi quando nel Consiglio de’Dieci fossero ammessi i Capi delle Quarantie, poiché avendo accesso a queste l’universale della nobiltà, vi potrebbero entrare anche mediocri gentiluomini, la cui presenza togliendo la parzialità dei giudizii, la giustizia sarebbe meglio amministrata. Aggiungevano che non bisognava correggere solamente la consuetudine del Consiglio de’Dieci quanto ai gentiluomini che il componevano, ma anche quanto a’suoi secretarii, sapendosi di quanta importanza sieno i ministri nei Consigli e magistrati, e quanto potere si usurpino per la lunghezza di tempo che a quelli assistono stante la cognizione che acquistano di tutte le leggi e di tutte le faccende e per l’inesperienza del giudice che spesso si muta. Ma ciò succedere più che in altro luogo nel Consiglio de’Dieci, i secretarii del quale duravano a vita; codesta perpetuità non esser lodevole, anzi cagione di tutt’ i disordini, poiché invaghiti troppo di quel carico da cui non erano mai per uscire, procuravano d’ampliarlo e d’ attrarre ad esso quanto più negozii potevano, adulando i Capi del Consiglio con dir loro che sono veri Principi, che possono tutto quello che vogliono, che nella Repubblica non vi e potestà superiore alla loro, laonde per levare cotesti abusi esser bene che i secretarii per l’avvenire fossero mutabili ed avessero contumacia.