310 continuasse a tener d’occhio gli affari di Mantova, e le conseguenze che poteano derivarne per le sorti d’Italia. Sorgevano apparenze di pace ; fino dal 30 giugno 1630 erasi raccolta una dieta a Ratisbona a trattarvi di cose tanto essenziali, quanto non erano state agitate da Carlo V in poi ; trattavasi di sapere se la Germania sarebbe nella totale soggezione della casa d’Austria, se la religione protestante avesse ad essere totalmente soppressa. Il sentimento della propria indipendenza prevalse anche tra i principi cattolici allo zelo della religione, le gelosie fomentate dalla Francia tra le case di Baviera e d’Austria si manifestavano, e fino dal 1629 gli Elettori aveano altamente disapprovato la guerra di Mantova, domandato che l’impero si tenesse neutrale in quella tra 1’ Olanda e la Spagna, insistito fermamente perchè venissero licenziate le truppe del Wallenstein, e si raccogliesse una dieta per discutervi del ristabilimento dell’ ordine nella Germania (1). Era a quel tempo vivissimo desiderio in Ferdinando di far eleggere in re dei Romani suo figlio pur di nome Ferdinando, già creato re di Boemia e di Ungheria, e nella speranza di guadagnarsi l’animo degli Elettori avea raccolta la Dieta, nella quale cercava giustificare il suo intervento nelle cose d’Italia, quando giunse notizia dello sbarco del re di Svezia a Stralsunda (4 luglio 1630) e dell’abbandono che avea fatto della causa imperiale l’Elettore di Sassonia. Sperava allora Ferdinando che le passioni religiose avrebbero di nuovo raccolto intorno a lui tutt’ i Cattolici, ma gli Elettori col duca di Baviera alla testa continuavauo nelle loro lagnanze, nel chiedere compensi pei danni recati alle loro terre dai generali imperiali e dagli Spaglinoli del Belgio, il licenziamento dell’ esercito di Wallenstein, e la destituzione di questo generale. (1) H. Martin, Histoire de France, t. XIII, 34,