72 dava ambasciatore a Roma (1) fra le altre cose raccomanda-vagli di ottenere esplicitamente che i vescovati, le prelature, le abazie avessero ad essere sempre conferite a persone di fiducia della Repubblica, e che i sudditi veneziani potessero ritirare liberamente le rendite de’ loro beni in Romagna a tenore del trattato del 1529. Altra grave questione fu quella pei confini del Po, avendo i Ferraresi eretti alcuni fortini nel seno di Goro detto bocca delle fornaci, ed impostavi una gabella col nome di ancoraggio. Il Senato vi mandava tosto Francesco Molino capitano del golfo con quattro galere per distruggere quei forti e prendere quanti legni mercantili incontrasse e lo stesso ammiraglio, come lo chiamavano, del porto. Altri scontri succedettero a Loredo ove pure s’ erano gettati i Ferraresi a devastare per vendetta quelle campagne. Alfine nominati commissari d’ ambi le parti, la cosa se non venne a conclusione, almeno si acquietò. In tutte codeste controversie era sempre stato consultato il Sarpi il quale francamente rispondendo e sostenendo i diritti della Repubblica, s’ era provocato molti odii e nemici (2); a Roma specialmente il suo nome era imprecato, nè mancavano quelli che si davano ogni briga a diffamarlo come eretico e protestante. Il Contarini, ambasciatore in quella città, scriveva il 29 settembre 1607 che certo Ru-tilio Orlandini veniva a Venezia per commettere grave delitto. Già frate, cacciato per la sua cattiva condotta, si era dato alla vita del masnadiero, poi si mise al servigio della Repubblica ; accusato d’intelligenza per dar Rovigo ai Pon-teficii fu imprigionato, poi espulso. Andato a Roma riprese la vita dello sgherro e dell’ assassino, cercava compagni per (1) 27 Febb., p. 66. ("2) Su tutto questo argomento del Sarpi vedasi quanto ne scrisse nella sua Biografia Bianchi Giovi ni e prima di lui il Grisellini.