182 parisca, tutto però fa credere che da lui partisse anche la seconda macchinazione. All’antico odio, agli antichi disgusti, ora univasi la brama di vendetta pel primo fallito tentativo, e per la condanna scontata nella fortezza di Palma ; il solo Muscorno assai probabilmente, pei particolari stessi dell’accusa e per le persone che vi si trovavano avviluppate, poteva dirigere quella trama, di cui altri erano gli esecutori. Principale tra questi era un Girolamo Vano che già da cinque anni serviva il governo nello infame ufficio del delatore, onde la denunzia portata per di lui mezzo acquistava fin da principio più importanza, e trovava gli animi più facilmente disposti ad accettarla e a prestarle fede. Viveva allora in Venezia una dama inglese, la contessa Anna d’Arundel, donna di molto spirito e visitata dal Fo-scarini fin da quando era in Inghilterra (1). Era figlia di sir Miles Philipson e seconda moglie di Tommaso Arundel of Wardour, che avea lungamente militato ai servigi di casa d’Austria, da cui per diploma di Rodolfo II, del 1596, avea ottenuto il titolo di conte in benemerenza di una bandiera turchesca da lui conquistata alla battaglia di Gran (2). Salito poi in Inghilterra ai primi gradi, era col titolo di maresciallo uno de’ più eminenti personaggi del regno, e molto innanzi nella grazia del re.j> Erasi la contessa nel 1619 trasferita in Italia, vivendo la maggior parte del tempo ora in Venezia ora in Padova, in ambedue le città tenendo casa per assistere, a quanto si diceva, alla educazione de’ due suoi figliuoletti * li quali ella gustava di far allevare con modi e (1) Dispacci Inquisitori. . . ('^) Notizia comunicatami dalla gentilezza del sig. Cav. Passe-'e altre relative alla contessa, per quanto spetta all’ Archivio 1 erano state anche prima di me raccolte dai registri gè- neia ì dal feig. Rawdon Brown che ebbe la cortesia di comunicarmele.