% 425 molte turche assalita, dopo aspro conflitto venne nelle mani del nemico. La nave di Daniel Morosini più avanzata delle altre e la prima ad essere assalita seppe sì bene difendersi che non solo potè obbligare il nemico ad allargarsi, ma prese inoltre una delle sue galere continuando a valorosamente difendersi contro quattro navi di Barbaria fattesele addosso per modo che, non riuscendo quelle a superarla per le armi, vi appiccarono il fuoco. Nello scoppio della polveriera il Morosini con alcuni pochi potè salvarsi in una barca, ma poi incappando nei legni turchi fu fatto prigioniero. Altro combattimento e de’ più degni di celebrità negli annali delle guerre marittime avveniva sulla capitana s. Giorgio grande comandata dal Delfino. Assalita da quattro navi di Barbaria e da due così dette sultane, raccolti in sè i pochi superstiti della galea del Morosini perita al suo fianco, apprestavasi a sostenere colla sola sua nave tutto lo sforzo nemico. Lanciando fuoco da tutte le parti, difendendosi col ferro da quanti volevano abbordarla, rotto 1’ albero, squarciate le vele, spezzato il timone, coll’ acqua eh’ entrava abbondante, tuttavia resisteva, tuttavia teneva lontano il nemico, e lasciandosi trasportare dalla corrente, usciva salva dallo stretto fra mezzo ai nemici attoniti di sì prodigioso valore. Fuori del canale fu dall’ acqua e dal vento spinta tutta sdrucita verso terra, ove temendo di rompere gettò la sola àncora che le restava e preso breve respiro, rassettato in fretta il timone, otturati i buchi sott’acqua, si dispose, assalita dai Turchi, a nuovo conflitto. Giurarono tutti di morire combattendo piuttosto che ornare tra le catene il trionfo del nemico, e all’ultimo estremo incendiare la nave. Così preparati si facevano quei valorosi incontro alla flotta turca, e da tutti gli assalti bravamente difendendosi, riuscirono perfino a prendere una galea all’arrembaggio. Ma allora quattordici altre mossero a ricuperarla, e il Delfino nel-Vol. VII. 54