636 mercanti, pochi cavedali, partono i popoli, e l’istessi mercanti che havevano casa e commercio in questa città. » Con questa proposta forse si rimetteranno tutte le cose, forse che la marinarezza e navigation prenderà miglior in-dreccio (indirizzo) e con questa abilità si condurranno navi e marineri, che nel giorno d’oggi mancano di assai, e de’quali si ha troppo bisogno. Per strada si conza (acconcia) soma. Si anderà assegnando, prevedendo e rimediando a disordini, e quando la cosa non riesca, chi fa la lege potrà suspenderla e retrattarla e non si farà pregiudizio ad alcuno. Assai più si può dir in questa giustissima materia, ma non debbo attediarle d’ avvantaggio. Tanto ho voluto riverentemente portar alle SS. VV. EE. per servir al mio collega con risposta al suo nobilissimo officio » (1). Veniva dunque deliberato che si concedesse anche agli esteri il commercio di Levante, i quali si dessero in nota pagando i soliti dazii, facendo recapitare a Venezia tutte le loro merci fossero proprie o d’altri, fossero levate da Ponente o da Levante, caricate sopra vascelli sudditi o forestieri, per soddisfare ai vigenti dazi, dopo di che sarebbero liberi di spedirle e trafficarle ove più volessero, sottomettendosi i loro corrispondenti, o commessi di fattoria, alle leggi e ai regolamenti del luogo ove si trovasse il Bailo o altro magistrato veneziano e pagando i soliti diritti ; quelli che avessero abitato e trafficato in Venezia per anni quindici continui, e che in conseguenza di ciò, o per grazia speciale venissero dichiarati cittadini de intus e de extra ne godrebbero tutt’i vantaggi nel pagamento dei dazii. Ma neppur questo bastò, e la ruina del commercio ogni di più si manifestava pel gran numero de’ fallimenti (2), contro i quali si presero provvedimenti assai severi ; (1) Libro Uffici e Magistrati, archivio co. Bona delle Eose, (2) Savi alla mercanzia 6 luglio 1620.