502 e succedutogli il fratello Giacomo II, questi seguendo le traccio del padre portò il despotismo a quell’ eccesso che partorir doveva la rivoluzione. Gli occhi della nazione si volsero come ad àncora di salvezza a Guglielmo d’Oranges statoldor o governatore dei Paesi Bassi, la cui moglie Maria, figlia del re inglese, era considerata come presuntiva erede del trono. A lui pervenivatiotiontinui inviti da tutte le parti del regno, da tutte le classi di persone, ed egli aderendo finalmente sbarcava con un mediocre esercito il 5 novembre 1688 in Inghilterra, ove fu accolto da per tutto con gioia; le stesse truppe, anziché opporre resistenza, si dichiararono per lui, e a Giacomo da tutti abbandonato, altro partito non rimaneva che quello della fuga, salvandosi in Francia. Luigi XIV prendendo a sostenere la parte di Giacomo die’ motivo ad una lunga guerra, la quale si distese anche sul continente e come al solito specialmente in Italia per le gelosie e gli odii che la sua ambizione gli avea generalmente procacciati. Combattevasi da per tutto ; nell’Olanda, in Germania, in Italia. La Francia si era caldemente maneggiata per tirare alla sua parte "Vittorio Amedeo duca di Savoja il quale cercava ad ogni modo di schermirsi, ma pur vedendo che alla fine fra due così formidabili contendenti com’ erano l’imperatore ed il re, il suo Stato posto fra ambedue, non avrebbe potuto tenersi neutrale, ma sarebbe anzi stato conculcato da ambedue, studiavasi di tenere la Francia in sulle lusinghe, mentre maneggiavasi secretamente coll’ imperatore dal quale soltanto poteva sperare 1’ acquisto di Casale e la ricuperazione di Pinerolo. Era allora alla corte di Vienna un veneziano, abate Vincenzo Grimani, uomo scaltrissimo quanto altri mai e il più acconcio a ben condurre siffatto maneggio (1). Era già stato operosissimo nella trattazione (1) Ottenne più tardi per raccomandazione dell' imperatore il cappello cardinalizio, dal che derivò che la Repubblica, contro le cui