S91 del popolo, che uno tra questo avventatosegli contro mentre perorava sul mercato, gli spiccò la testa dal busto (1), e la portò al viceré. Non pare che il popolo si levasse allora a vendicarlo, ma il domani cresciuto di nuovo il prezzo del pane, si risvegliò l’amore per Masaniello, al quale furono fatti funerali quali appena ad un re si potrebbero, onde la morte di lui tornò a profitto non del viceré ma dell’anarchia che non ebbe più freno. E già un partito sorgeva per la repubblica, un altro per un re sotto la protezione della Francia, il cui ambasciatore a Roma Fontenai-Mareuil manteneva ancor prima dell’ insurrezione alcune segrete intelligenze a Napoli (2), or fatte più vive per l’intervento di un singolare personaggio. Era questo il duca Enrico di Guisa destinato da principio ad entrare nel clero, poi divenuto l’erede della sua famiglia, s’era messo nel partito contrario a Riehelieu rimanendo fino alla costui morte cogli Spagnuoli e cogl’ imperiali ; sposata in segreto e irregolarmente una contessa di casa Gonzaga, aveala dopo qualche tempo lasciata per isposare pubblicamente e legittimamente una contessa di Bossut, vallona, e trovavasi a Roma per ottenere lo scioglimento anche di questo matrimonio per passare a terze nozze con una signorina di Pons, damigella d’onore della regina madre, quando gli avvenimenti di Napoli gl’ infiammarono l’immaginazione, e ricordandosi di discendere per linea femminile dagli antichi re di Napoli della casa d’Anjou, volle tentare se potesse rimettere sulla sua testa quella corona, cominciando dall’ offrirsi come capo al popolo sollevato. Intanto il 4 ottobre una flotta spagnuola comandata (1) Cosi il dispaccio veneto. Botta, St. d’Italia 1. XXIV, invece scrive che fu ammazzato ad archibugiate nel convento del Carmine dai fratelli Salvatore e Carlo Cataneo, e da Andrea Rama e Michelangelo Ardizzoni. (2) H. Martin, Hist. de Fr. XIV, 116.