148 co rii saper d’ avvantaggio ». Poi disse aver ricevuto lettere dal governatore di Milano, che lo chiamavano urgentissimamente colà, vi resterebbe da quindici a venti giorni, lascerebbe intanto durante la sua assenza un secretano (1). Al che il doge rispondeva, che dovendo Sua Signoria andare a Milano, come diceva, gli augurava buon viaggio, e se alcuna cosa occorresse, sarebbesi ricorso al secretano. L’ ambasciatore di Francia che sapeva di essere anche egli non poco compromesso, invece di domandare guardie alla sua persona, si era allontanato subito il di successivo alla scoperta cospirazione. Presentatosi il 13 maggio in Collegio, dopo aver parlato in favore degli ambasciatori tornati di Francia, Bon e Gussoni, affinchè fossero loro lasciati i doni che ricevuto aveano dal re in segno d’ onoranza, dopo aver accertato della buona mente di esso re verso la Repubblica, era già uscito dalla sala, quando voltosi al secretano del Consiglio disse che pensava di far un viaggio di devozione a Loreto per dieci o dodici giorni, sperando poi alla fine di settembre tornare in Francia ; che forse partirebbe la mattina seguente e lascierebbe il fratello per fare le sue veci (2). Tornato si presentò il 5 giugno per fare le congratulazioni del suo re al nuovo doge, e il 18 luglio, dandogli il Senato comunicazione di quelli che pel delitto d’alto tradimento erano stati messi a morte, egli rispose che avea-ne avuto le prime notizie per viaggio, nè si astenne da qttal-che cenno di dubbio sulla possibilità che quattro disgraziati già in disgusto tra loro, parte lontani, parte prossimi a partirsi, avessero in animo o potessero effettuare una congiura così grande quanto quella che si divulgava e in quattro giorni, ove quattro mila uomini e lungo tempo appena sa- (1) Esposizioni Principi. (2) Esposizioni Principi, a p. 34. Si vede che con questa assenza voleri lasciar tempo affinchè si calmasse l’effervescenza popolare.