322 per così dire carta bianca (1). Oxenstierna invece considerava le offerte di Wallenstein come un tranello da cui gli bisognasse star bene in guardia. Wallenstein infatti andava tergiversando, egli non sapea essere nè ben fedele nè ben ribelle. La sua inoperosità davanti al nemico dava gravi sospetti all’ imperatore ; la Spagna, i Gesuiti, il duca di Baviera il gridavano traditore, ed egli col disobbedire al-1’ ordine di recarsi colle sue truppe allà difesa della Baviera, confermava in certo modo 1’ opinione che aveasi del suo tradimento. Il dado era gettato, e le truppe che da lui dipendevano, si obbligarono con giuramento di non abbandonarlo. Allora l’imperatore, dopo sottoscritta una patente che dèponeva quel generale e trasferiva il comando dell’esercito a Gallas, continuava tuttavia a dissimulare, andava stringendo intorno al Wallenstein una rete da cui non avrebbe potuto sfuggire, e il 18 febbraio pubblicò finalmente un solenne manifesto con cui il dichiarava ribelle e confiscavano i beni. Wallenstein si era ritirato da Pilsen ad Egra sui confini della Boemia ove il seguì il generale Buttler irlandese con due scozzesi Gordon e Lesley, ed un capitano, De veroux. Costoro disposero ogni cosa in modo che prima furono trucidati Kinsky ed i generali fedeli di Wallenstein, poi entrato Deveroux con altri suoi compagni nella stanza del generale, il quale al rumore era sorto dal letto in cui giaceva ammalato, si lanciarono contro di lui, ed egli coraggiosamente scoprendo il petto, cadde sotto i loro colpi (2). Le gelosie tra Francia e Spagna erano giunte al colmo, e non era ornai più possibile di contenerle che non (1) H. Martin XIII, pag. 120. (2) Nei dispacci del secretarlo Antonio Anseimi da Germania si ritrovano varii atti relativi a questo avvenimento, tra altri una copia dell’ accordo del Wallenstein coi suoi colonnelli, e la patente imperiale di Ferdinando contro di lui 18 febbraio 1634. Il secretano nei suoi dispacci 4 e 16 marzo narra i particolari del fatto : « Il sig.