427 Così stavano le cose della guerra di Candia quando ni ' venne a morte il doge Francesco Molin il 27 febbraio 165B rt£?e e gli fu dato a successore il 27 marzo Carlo Contarini. Ma 1655. di neppur quattordici mesi compiuti fu il suo principato, e soltanto di pochi giorni fu quello del doge seguente Fran- d,2p cesco Cornaro eletto il 17 maggio 1656 ; onde passatosi a 1656. nuova elezione il 15 giugno successivo fu innalzato al seg- By*g^io gio ducale Bertuccio Valier, uomo molto versato nei ma- ¿j|a neggi politici e di facile e robusta eloquenza che adoperò a 1656. confermare vieppiù gli animi nella difesa di Cangia. Con lieti auspicii cominciava il suo principato giungendo pochi giorni dopo nel porto una galera portante le insegne ottomane rivolte all’ ingiù, e dalla quale sceso a terra Lazzaro Moce-nigo colla testa fasciata per grave ferita e per la perdita d’un occhio, veniva annunziatore della nuova vittoria trionfata ai Dardanelli il 26 giugno 1656. Era quello il luogo delle più aspre battaglie della presente guerra, il teatro delle più illustri azioni dei Veneziani, ove ogni sasso è una memoria, ogni luogo uno storico monumento del loro valore. Già 1’ anno innanzi presso che nel medesimo giorno (21 giugno 1655) lo stesso Lazzaro Mocenigo avea disfatta la flotta di Mustafà (1), il quale ritiratosi alle Fochies, e colà bloccato non ebbe coraggio di uscirne a nuovo combattimento, nè potè mandare soccorsi a Malvasia stretta intanto egualmente dal proveditore Francesco Morosini. Solo all’ avvicinarsi coll’ ottobre la stagione invernale e tempestosa, la flotta veneziana rientrò in Candia e la la turca potè ritirarsi a Costantinopoli. Ma alla primavera il Mocenigo era tornato al suo divisamento di distruggere interamente 1’ armata ottomana e si trasferì di nuovo ai Dardanelli. La flotta ottomana di bene oltre ottanta legni (1) Relazione nel Cod. suddetto.