217 denigo nel 1293. Fu cercato sbrigarsi di tanto imbroglio, accumulando congetture sopra congetture (1). Fu supposto che il nome dell’imperatore sia stato alterato e debba leggersi Leone; che invece dell’anno ottavo abbia ad essere quarto; che fossero gravi discordie nelle Isole dopo la morte del Candiano in Dalmazia, e perciò appunto, pregato Giovanni Partecipazio, a riassumere il governo, una parte del popolo eleggesse intanto Domenico Tribuno; crescendo però i tumulti e le parti, questi spontaneamente o forzatamente rinunciasse, e venisse quindi eletto in suo luogo il figlio Pietro per contentare tutti i partiti (2), restando sola memoria del breve suo ducato il privilegio in discorso ecc. Ma queste son tutte mere supposizioni, e la storia domanda fatti, per quanto possibile, accertati. Il Sansovino (3), dopo riferito il documento, conclude : « Si crede adunque, per lo principio dello strumento predetto e per la sottoscrizione di esso, che Domenico Tribuno fu doge (e ciò potè essere intorno all’ anno 887 o poco meno, allora che, dopo la morte di Pietro Candiano, Giovanni entrò doge e poi rifiutò), e che ebbe tre figliuoli, 1’ un chiamato Pietro, che fu l’infrascritto che gli successe, e l’altro Giovanni, ed il terzo Domenico, che fu patriarca di Grado l’anno 904. Ma per qual ragione non si favelli di questo principe e non si trovi di lui memoria nelle cosè pubbliche, io non saprei veramente render altra ragione se non la trascuraggine (che è gran cosa a dire) dei nostri passati, (1) Vedi Filiasi ecc. (2) Nulla di tutto ciò nel Sagomino il quale narra semplicemente che saputa la morte di Pietro Candiano, il popolo pregò Giovanni Partecipa-zio ad assumere il governo, sed Johannes diutius stare nolens, licentiam populo dedit, ut constituere sibi ducerà quem vellet. Tune omnespariter eleyerunt sibi Petrum, ecc. (3) Sansovino, Venezia descritta, 1. Vili. 28