252 porre, come meglio potè, le disordinate cose veneziane. Cominciò dal definire ogni vertenza colla principessa Val-drada, vedova del suo predecessore (1), circa alle sue pretensioni Bulla dote, contraddote, e quanto possedeva nella casa del marito, mandando Domenico Carimano a Verona a far confermare dall’ imperatrice Adelaide e dalla corte di giustizia la relativa quietanza che la principessa avea al doge rilasciata a Rialto. Era la corte di giustizia preseduta da Gisalberto conte di Palazzo, e presentandosi il Carimano, fu letta prima una missiva di Valdrada, la quale chiedeva all’imperatrice Adelaide, che a suo curatore e rappresentante venisse formalmente riconosiuto certo Ilde-berto, già stato procuratore anche della madre sua. Ottenuta 1’ approvazione imperiale, venne letta la suddetta quietanza, in virtù della quale la principessa dichiarava solennemente essere stata appieno soddisfatta d’ ogni suo avere, e rinunziare a qualunque ulteriore pretensione per sè e suoi eredi, promettendo che nessuna molestia sarebbe giammai data in questo proposito nè al doge, nè a’ suoi eredi, nè al popolo veneziano (2), sotto pena di cento libbre d’ oro finissimo, da pagarsi metà alla camera imperiale, metà al doge (8). (1) Olim ducatrix Venetiantm. Doc. Trev. (2) Non si contentò dunque di un componimento, ma ebbe tutto quanto era di sua appartenenza. Il documento è una piena quietanza d’aver ricevuto tutto,e qui ne riportiamo il sunto diligentissimonelCod.LXXXIII cl. x. lat. delia Marciana. Dichiara la principessa: tacitavi et quietarti esse a praesente die et hora de omni habere parvo et magno, juxta chartam morganationis a viro suo sibi factam, et de universis rebus sibi a parte viri sui pertinentibus, et de ipsius donis tavi in ipso quarti foris ipso morganado et de universis aliis rebus, quae omnia fatetur pienissime recepisse ac nihil remansisse de nulla re quae excogitare possit. Il Carimano fu semplice procuratore incaricato dal doge di ottenere a Verona la conferma del documento di quietanza già fatto a Rialto. (3) L’atto sottoscritto dalla stessa Valdrada, da Gotifredo cancelliere e messo dell’imperatrice, dagli altri astanti e testimoni, dal procuratore veneziano Carimano,e dal procuratore della principessaIldeberto,contie-