31 ed il numero stesso delle isole, soggette alle maree ed alle sabbie e terre che vi trasportavano i fiumi ; onde alcune vennero ampliate, altre corrose ed ingojate dai flutti: qua ei’ano banchi ed alzate naturali di terra, veline e barene; là tumuli od elevazioni per lo più artefatte, dette con greca voce tumbe (da tymbos) ; queste, aveano terreno sodo ed anche vulcanico, come è a congetturarsi dai frequenti tremuoti dei primi tempi e dalle fiamme sulfuree, che talvolta uscirono di sotto alle acque (1) ; quelle, fondo paludoso, sul quale a forza di graticci, di pali, di terre ritratte dalla escavazione dei canali, poterono in progresso i Veneziani alzare i loro edificii ; quali erano tutte coperte di boschi, quali contenevano canneti, stagni e piscine. V’ e-rano isole più vicine al continente come Grado, Caorle, ecc. ed in frequente relazione con quello, e ve n’ erano di ben popolate, con fabbriche romane, con ville e giardini, come Torcello, Mazzorbo (2) ecc. ; alcune miserelle e occupate soltanto da povera gente, pescatori, marinai, come adesso ancora vediamo : altre ricche, abitate da genti di tutte le classi (3), opportunissime al tragitto, che per maggior sollecitudine facevano i navigli da Ravenna ad Aitino, passando per le lagune (4). Dodici terre od isole nomina distintamente il più antico cronista veneziano, conosciuto sotto il nome del Sagomino, che vivea, a quanto pare, nel secolo X, cioè Grado, Bibbione, Caprule, o Caorle, Eraclea, di Brondolo, Filiasi, t. VI, p. 123, comincia dal lido di Piave tra il porto di Cortellazzo e quello di Piave vecchio o Sile. (1) Cornalo, I, 293. (2) Fil., Ili e VI, Emula Bajanu Altini litora vili#, Marziale. (3) Quando i corrieri che da Aquileja portavano a Ravenna la notizia della morte dei Massimini, passarono per le lagune, gran moltitudine di popolo sui lidi di Treporti, Malamocco, ecc. uscì loro incontro, vestita di bianco e con corone d’alloro in capo : Ilerodian. 1. 8. (4| Stagnisi palwlibusqne (‘navigatisi inter Altinum et Ravennani. Herodian., 1. 8.