10 scavamento e rettificamento dei canali o rivi interni, molti de’ quali sono perciò a stimarsi artefatti. La qual condizione di terreno nelle isole ci manifesta eziandio, che cosa debba intendersi pel jaglatio, che molte case e strade aveà-no e pel quale vuoisi senza dubbio significare gli scoli che mettevano alle piscine od ai canali (1). Singolarissimo adunque ed incantevole esser doveva 11 prospetto che le veneziane isole presentavano ; e qua vedevi paludi, banchi, lidi arenosi ; più là verdeggianti ortaglie, e prati, e selve, e infiniti canali che colle sinuose lor braccia le sparse isolette circondavano, e sulle sponde di essi sorgere varie di aspetto le case, quali a muratura, quali di legno, queste coperte di canne, quelle di paglia, alcune poche di tegoli : poi le varie stra'de strette, oblique, affossate, su cui crescevano 1’ erba o le canne, onde ancora un sestiere della città conserva il nome di Canna-regio; ma più ampio farsi il terreno a forma di campo innanzi alle chiese a comodo dei fedeli, che a queste accorrevano, o dei mercati che vi si tenevano a certi dì ; e da per tutto un movimento maraviglioso, un’ industria che preannunziava un gran popolo. La quale fin d’ allora mostravasi, oltre che nel prosciugamento del suolo e nello edificare, anche nel modo per cui i Veneziani seppero procacciarsi 1’ acqua potabile, nella costruzione delle saline e in quella dei mulini. Colla stessa arte già praticata in Aitino, in Ravenna ed altrove, essi cavarono a certa profondità il terreno, ne intonacarono di creta le pareti, selciarono il fondo ad impedire il filtra-mento dell’ acqua salsa ; poi 1’ acqua piovana, penetrando nella così detta camera del pozzo, formata di quattro muri a secco, passava, attraverso le ’Sabbie che la depuravano, (1) Temanza ib. e Zanetti, Delle origini di alcune arti, ecc.