128 mentre nella meridional parte ubbidivano ancora a’ Greci le terre presso a poco or componenti il regno di Napoli (1). Continuava per altro una segreta opposizione contro il nuovo re Carlo e il figliol suo Pipino, nominato re d’Italia nel 781 : onde qua e colà maneggiavansi rivolte, ed il duca di Benevento in ispecialità adoperavasi a sostenere colle armi la propria indipendenza. Nel Friuli fu ucciso il conte Enrico preposto al governo ; in Roma stessa #un partito avverso a papa Leone III, successore di Adriano, e probabilmente ai Franchi suoi protettori, lo assalì nel mezzo di una processione e con molti maltrattamenti lo trasse in carcere. Tuttavia altro partito, a lui favorevole, potè nella stessa notte liberarlo, ed egli partitosi di Roma si diresse tosto a cercare 1’ appoggio di Carlo che allora trovavasi a Paderborna. Accolto assai onorevolmente (2), tutte le schiere al suo comparire si prostrarono a riceverne la benedizione, e Carlo, sceso di cavallo, dopo profondi inchini l’abbracciò e baciò. Andarono poi insieme alla chiesa a render grazie all’ Altissimo, indi, tenuta consulta, fu decisa una nuova venuta del re in Italia. Ritornava intanto alla volta di Roma il papa, accompagnato da parecchi distinti personaggi ecclesiastici e laici e da buona scorta a sua sicurezza. Il suo partito avea da ciò ripreso animo e l’ingresso di Leone fu pari ad un trionfo : incontrato fino al ponte Milvio dal clero, dal senato e popolo romano, dalla milizia, dai monaci e dalle monache, da tutte le scuole o corporazioni dei forestieri, cioè dei Franchi, dei Frisoni, dei Sassoni e dei Longobardi, fu condotto fra il canto d’inni religiosi ed il suonare di musicali stromenti (1) Carolus.. . . sibi omnem Longobardiam et Tusciae partern reti-nuit, Venetos suis legibus uti permisit, partes eas Italiae quae Siculum fretum aspiciunt, imperatori Costantinopolitano permisit. Ciaconi, Vita dei pontefici, p. 547. (2) Murat., Ann. d’Italia.