307 dallo stesso papa, mandarono profferendo la propria som-messione e di ricevere le loro terre in feudo dalla chiesa. Ma i Tedeschi tenendo a vile quei Normanni, tanto poterono sul papa che 1’ indussero a rigettare 1’ offerta, e le due parti vennero a battaglia a Civitella il 18 giugno 1053. Non rimase lunga pezza indeciso il combattimento : le indisciplinate truppe papali presto si dispersero, tutto venne allora in confusione e fuga, lo stesso pontefice cadde in mano ai suoi nemici, che però rispettandolo, gli si prostrarono a’ piedi e il condussero, com’ egli domandò, in piena sicurezza a Benevento. Nè miglior fortuna ebbe Àrgiro, che recatosi per mare a Spoleto (1), vi fu pienamente sconfitto, salvando a mala pena la vita. I Normanni estesero quindi sempre più il loro dominio nella Puglia, specialmente da quando ebbero a condottiero supremo Roberto Guiscardo. Era egli il quarto dei dodici figliuoli di Tancredi d’Altavilla di Normandia, venuti tutti in Italia, eccetto due, rimasti a sostegno del padre ; di alta statura, di straordinaria forza nel corpo, univa nella sua persona la grazia alla maestà; portava lunghi capegli, lunga la barba, del colore del lino ; avea uno splendore particolare negli occhi e la voce sì forte, che si udiva tuonare tremenda in mezzo allo strepito della battaglia. Adoperava con eguale maestria la spada e la lancia, ed ove il valore non bastava ricorreva all’ astuzia, onde vennegli il nome. Di smisurata ambizione, ogni via che il conducesse ad innalzarsi eragli buona ; quando venne in Italia cominciò da masnadiere e finì col divenire il fondatore dell’attuale regno di Napoli, aggiungendo il suo nome alla serie di quelli che da piccoli principii giunsero pel proprio ingegno e per ardite imprese a grande altezza. (I) Anonim. Berens. t. V. Rer. ital.