» 333 carta il doge s’intitola duca di Dalmazia e Croazia (1) e dopo accennato allo scopo del castello, cioè di frenare l’altrui nequizia, di render sicure le vie, far cessare le fre-. quenti violenze, ne concedè l’investitura a Pietro piovano, al gastaldo ed altri principali del luogo colle relative condizioni. E carta importantissima, nella quale oltre a ciò che si riferisce alla caccia e alla pesca, è a notarsi la promessa che gli abitanti verrebbero giudicati secondo la legge veneta generale, sarebbero esenti della chiamata all’ esercitò, e avrebbero piovano e gastaldo di loro elezione. Quest’ atto è 1’ ultimo che abbiamo del doge Vitale Fa-lier, la fine del cui governo fu amareggiata da desolatrice carestia, da violenta bufera che recò danni grandissimi alle Isole e da un tremuoto che aggiunse ruine a ruine. Perciò la sua morte non lasciò grande rammarico nel popolo, il quale attribuiva la mancanza dei viveri alla poca sua previdenza (2). Gli fu dato a successore, nel 1096, Vital Michieli I, in tempi gravidi di memorabili avvenimenti, i quali condur doveano ad una rivoluzione, che avea a scuotere 1’ Europa fino dalle fondamenta, rinversar popoli su popoli e aprire la via a nuov’ ordine di cose. (1) Pacta II, c. 29, 30. (2) Il suo sepolcro a S. Marco e forse il più antico monumento d'architetti Veneziani.