i65 die quella prepotente barcaccia era sì presso al largo che ove solo un istante si fosse arretrata, m’avrebbe dato comodo spazio a passare, nè io sarei stato condannato a rifare quasi tutto il già fatto cammino, andando per giunta a ritroso, con la poppa innanzi, che dopo le peate è ciò che più abborro al mondo. M’era mosso per uscire di sotto al mio nascondiglio e far valere le mie ragioni contro que’ potenti in cappello di paglia e senza scarpe in piedi, della peata; voleva mostrar loro che per nulla non ho il titolo del privilegio, e portava in mano gli ultimi destini della casa del parlamento j se non che, meglio ponderando le cose, e pensando eh’e’ forse non m’avrebbono inteso, o non sarebbero stati così facilmente capaci dell’ importanza ch’io arrivassi un po’prima o un po’dopo, mi rimasi, e m’acconciai alla sventura. Quando sono arrabbiato filosofo, com’altri paiono sempre arrabbiati quando filosofano; dissi a me stesso: Oh vedi un po’questi strozzati, i quali se si avessero a qualificare da ciò che più di loro apparisce si dovrebbero chiamare piuttosto ignudi che vestiti, e le cui vesti tutte insieme non valgono forse il mio lucente e nuovo cappello; costoro che non avranno veduto un giornale in lor vita, e morranno senza aver niente saputo nè del parlamento nè dell’ incen-