279 delle liete accoglienze a lei fatte l’anno scorso tramutò nuovamente la scena in Elicona. Volle la sventura che una indisposizione la cogliesse il giorno medesimo eli’ella prima mostra-vasi, ma quello che fu sventura per lei non Io fu altrimenti pel pubblico, a cui la vena più facile e i voli più immaginosi non gliene lasciarono alcun sospetto. Ella cantò la Valle di Sorga e ne fece un’ingegnosa parafrasi della famosa Canzone: Chiare, fresche e dolci acquej cantò il Ritorno del Crociato con intercalare a rime obbligate, che le suggerirono molto ingegnosi e toccanti pensieri. Ci ricordano fra le altre le due strofe seguenti : Là nel suol di Palestina Io calcai quell’ orme stesse Che l’uom Dio, sublime impresse, E di sangue imporporò. Piansi all’ultimo sospiro Che mandava il re dei gigli, Cara sposa, amati figli, Tutto obblio nel vostro seii. Affettuoso del pari e toccante fu il canto d'Ossian sulla tomba d’Oscarre: Oh! l’arpa toccami, Malvina mia, Tempra la ria Doglia del cor; benché forse quel ritmo in minore in cui ella