227 co II (1002-1024) 0 più sicuramente ancora ad Enrico III (1039-1056), nelle quali il nome ed il busto di san Marco tolgono ogni sospetto che sieno state coniate in Terraferma, dee farci avvertiti di non negar l’esistenza nem-men di altre anteriori e fino dai tempi dei primi Carolingi, per la sola ragione che non ce ne sono pervenuti esemplari, od almeno bene accertati (1). Imperciocché nel mentre non si possono mettere in dubbio le suddette concessioni di Rodolfo e di Ugo, tuttavia monete veneziane di quel tempo non abbiamo. Del che nessuno, ch’io sappia, indicò la causa, la quale è a cercarsi in ciò eh’ esse furono assai probabilmente rifase, allorché sotto il doge Sebastiano Ziani (1172-1179), a sopprimere ogni segno di dipendenza dall’ impero, fu statuito di stampare sulle monete, non più il nome dell’ imperatore, ma quello del doge (2). Laonde a chi vorrà spassionatamente considerare : che i Veneziani non erano nella dipendenza nè dei Longobardi, nè dei Carolingi, de’ quali nessuna legge troviamo avere avuto tra essi applicazione e vigore : che per la frequenza delle relazioni coll’ Oriente si arrichivano di metalli preziosi : che per la dignità del proprio Stato e pei bisogni del commercio devono aver cominciato per tempo a coniare moneta, alla quale però con ispeciali privilegi si davan cura di procacciar corso nell’ Oriente e nell’ Occidente : che infine tali monete sparirono in Vene- (1) Vedi Osservazioni antiche intorno all’ origine ed antichità delle monete veneziane di Giulio di S. Quintino. Torino 1847. La moneta coll’ iscrizione da una parte : Deus conserva Rom. Imp. e dall’ altra Xste salva Venecias, fu forse una medaglia coniata all’ occasione della venuta di Ludovico II a Venezia 856, e come è naturale, a Venezia stessa per ricordar quella venuta, non già in Francia, facondo, che al primo voto per parte de’ Veneziani, risponda cortesemente l’imperatore col secondo. (2) Però narra il Dandolo anche del patriarca Orso Orseolo vicedoge per 14 mesi, intorno al 1032 : Ilio monetam parvam sub ejus nomine excudi fecit.