289 Giovanni desiderasse ricondursi in patria, fu obbligato a trattenersi fino al ritorno di Basilio da una sua spedizione contro i Bulgari. Allora furono fatti grandi apparecchi per un’ altra solennità, nella quale l’imperatore voleva conferire a Giovanni, prima della sua partenza, il titolo di Patrizio. Osservandosi tutto il cerimoniale praticato in simili occasioni dalla corte bizantina (1), l’imperatore sedeva nel crisotriclinio alla presenza del senato e del popolo ; la sala offriva la magnificenza delle corti asiatiche, numerose guardie imperiali circondavano il trono e custodivano le uscite. Compiuta la cerimonia, il nuovo patrizio vestito di porpora e di oro fu condotto all’ ippodromo e presentato al popolo e alle truppe che 1’ accolsero fra grida festanti e fragorose. Poi trasferitosi alla chiesa di santo Stefano nell’ippodromo (2) fu colà acclamato, ricevette il diploma e compite altre ecclesiastiche cerimonie, si ricondusse, sempre con grande accompagnamento, al proprio palazzo. Accommiatatosi alfine dagl’ imperiali parenti, Giovanni ritornò col fratello e colla sposa, colmi di doni preziosi, a Venezia, festeggiato ed onorato tutto lungo il viaggio. Al suo giungere, il doge gli uscì incontro con splendido corteggio di barche e per più giorni fu la città in tanta festa, che, a detta del Sagomino, non si ricordava 1’ eguale. Altre feste seguirono poi pel parto della principessa, la quale si sgravò d’ un bambino, che tenuto al sacro fonte dal doge, ebbe il nome di Basilio, in onore del zio materno. Ed affinchè tutti partecipassero alla gioia della ducale famiglia, fece il doge a quel tempo l’assegnamento d’una somma da essere amministrata da uomini probi per volgerne gl’ interessi a sollievo del popolo e vantaggio della Re- fi) Caerem. aulae byzant. in Const. Porph., p. 143. (2) Vedi ibid., p. 146, 147 ; non a S. Sofia. 37