83 polazione a Venezia, colà congregati, per modo che grande era la moltitudine, si crearono un Duca che superasse gli altri in nobiltà.,. Era allora la sede del Ducato in un luogo detto Terranuova (Città nuova, Eraclea), ma essendo quello troppo vicino al continente, trasferirono il comune consiglio la sede in altra isola, ove trovasi ancora (1). » E chiaro che qui viene riconosciuta dallo stesso imperatore la piena libertà usata dai Veneziani nella elezione del proprio governo, nè egli fa cenno d’ alcuna loro dipendenza dall’ impero (2), cosa, che non avrebbe ommesso se veramente fosse stata. Cedreno (3), raccontando che Basilio imperatore diede in matrimonio al principe di Venezia (Giovanni Orseolo) la figlia di Argiro, sorella di quel Romano che poi gli successe all' impero, dice chiaramente che quell’ imperatore ciò fece allo scopo di vincolarsi sem- (1) Cum vero fugare. Venetieus populus coepisset, ibique congregati, (ideo ut ingerì» exset mutiitudo, ducevi sibi crearunt, qui nobilitate ceteros anteeelleret, factusque jam fuit primus dux inter ipsos antcquamcontra eoK arma sumeret rex Pipinus. Erat vero fune temporis ducatus in loco 7ni dicebatnr Terra nova quum vero is focus nimiumprove continentem esse/, de comuni consilio inaliam, insulam transtulerunf. Const. Porph. de Adin. Imp. cap. XXVIII. (2) Cosi pure nelc. YXVII intitolato«?« 1Miigobardiae Themate ejus-que principatibus ac ducatibus, dopo narrata l’invasione longobardica, viene a parlare dei Veneti e della loro migrazione. Sciendum Yenetos uulte adpellatos, qui olim Henetici dicebantur, quum trajecisseiit, muni-tam in primis urbem condidisse in qua hodie habitat duo' Venetiarum, mari nndique cinctam spatio circiter sex milliarium, quod influunt filmina XXVI1. Suntetiam insula« versus orientem urbis in quibus Veneti mine adpeltati oppida edificarunt, pitta Cogiridimi (Grado) ubi metropoli magna est. E in tuttala lunga descrizione nessun cenno di suddistaoza. (Const. Porph. de Adm. Imp. p. 998 ap. Meursius, t. VI). Nè dall’ aver compreso i Veneziani nel suo libro dell’ Amministrazione dell’ Impero si può argomentare alla loro dipendenza, come alcuno asserì, parlando egli anche di principati e popoli, che non gli appartenevano, se pur non tosse ch’ei se ne attribuisse il dominio qual successore dell’antico romano, noli’¡stesso modo come varii principi d’Europa s’intitolarono per lungo tempo re di Gerusalemme. (;>) Cedr. nei Bizarit. Ediz. Ven. parte TT, p.-551.