iog Dante. Oh fosse nato invero il gran Veltro, da me predetto, che non aveva a cibare nè terra nè peltro, e che fece dire tante matte bestia-litadi a’ miei commentatori ! Ma zitto : Caronte arriva. ( Qui si mostra V ombra della Todi ). Ombre. Oh è questa la grand’ anima ? Petrarca. Colei ! quell’ animuccia 1 Ariosto. Quell’ anima di grillo e di farfalla 1 Dante. Quella vanità che par persona ! Le ombre ridono. Oh ! oh I oh ! La Todi. Ohimè, ohimè! eh’ è ciò che m’accade ? cosi m’ accolgono, cosi sono onorata agli Elisi,ove i poeti m’avevano assegnato la stanza e gli onori d’ Anfìone e d’ Orfeo ! Eaco (tra se ). (O figliuolo di Maia, Dio degli avvocati, così ti burli de’fatti miei? Son questi i gentili spiriti che tu mi mandi dal móndo?) (alla Todi) Qua, anima mingherlina; di’ su, chi fustù? La Todi. Virtuosa. Tutte le ombre. Oh! oh! Ih! ih! Eaco. Oh! è ora così fatta la virtù suso in terra? Menti, sciaurata. La virtù qui si conosce allo splendore che arreca. Anima di te più buia non discese ancora agli Elisi. La Todi. O giudice d’inferno, la mia virtù non era di quelle che si portan quaggiù. Io l’ho L’ App.t Vol. 11. 7