341 ambasciatori., Cittadino al paro degli altri cittadini, era come questi soggetto alle pubbliche gravezza (1), e nelle sue nomine gran parte avea il poter secolare. Il popolo veniva dapprima consultato intorno ai costumi di quelli che erano proposti a qualche prelatura, eleggeva poi il clero il più degno, ordinavalo il Patriarca (2), confermavaio il doge (3). Questi pure conferiva l’investitura dei Benefizii (4), convocava i Concilii (5), e regolava certe discipline (6). Ogni Parrocchia era diretta dal suo Pastore col titolo di Piovano (Plebanus) e talvolta anche di Vicario, assistito da alcuni preti, diaconi, suddiaconi e cherici, che più tardi, cioè nel secolo XII, formarono i Collegi presbiteriali o Capitoli (7). Così il popolo veneziano, generalmente dimenticato dagli storici, premurosi soltanto di raccogliere quanto si riferisce ai governanti e ai fatti della politica esteriore e della guerra, apparisce invece dai documenti nel godimento di estesissimi diritti, operoso, agitato, sostenere, come (1) Monasterii, chiese e religiosi sono tenuti a far gl’imprestiti per le loro possessioni come gli altri cittadini. Doro. t. II, 24 maggio 1298, all’Archivio. (2) Tentori, V. 129. (3) « Eletti dunque che erano il Patriarca di Grado ed i vescovi delle venete lagune, non entravano nel temporale possesso delle loro mense senza mandato del Doge come capo visibile della Repubblica, secondo la legge emanata, come attesta Andrea Dandolo, all’ anno 697 cioè all’ epoca dell’ istituzione del dogado. » Tentori V, 131. (4) Praelatura et ecclesiastica beneficia a clero et a populo delata acciperent a duce possesxicmem quarti appellavi Investitionem. Bernard. Giustinian. Hist. 1. XX. Clèricorum Concilia et electiones Prae-laturarum a clero et populo debeant inchoare et electi ab eo (duce) investitionem suscipere et ejtis mandato intronizari. Dandolo. (5; Decreverunt ut concilia episcoporum et clèricorum non nini permittente duce cogerenrur. Bern. Giust. loc. cit. (6) Item ergo placuit nobis interdicere nostrae grad*nsis sedis Patriarchi sive nostri# Rivoaltensis sedis episcopis, ut nullus ex vobis invitis ad Concilium trahere audent. Concessione del doge Tribuno Memo ai monaci di S. Ilario. (7) Andreas Venturellus Plebanus seu Vicarius sancii Raphaellis. Dand. ad a. 1109.