60 statua equestre, potè facilmente ottenere di avviarsi colla sua gente, irrequieta e impaziente dell’ ozio, alla conquista d’Italia, di cui prometteva riconoscere da Zenone il dominio. Vinti per via i Gepidi, che si opponevano al passaggio, giunsero gli Ostrogoti con donne, vecchi, fanciulli, seguiti da immenso carriaggio colle lor suppellettili, nel marzo del 489 alle rive dell’ Isonzo. Colà attendevali 0-doacre, ma con un esercito composto di vari popoli e disordinato, mentre avea a fronte un nemico, cui la brama della conquista e l’impossibilità della ritirata davano disperato valore. Non poteva quindi esser dubbioso 1’ esito dello scontro ed Odoacre sconfitto, rifuggitosi a Verona, vi fu inseguito da Teodorico e vinto in una seconda battaglia. Allora Odoacre cercò, ma invano, ricovero a Roma ; le città a lui si chiudevano, aprivansi a Teodorico ; il dominio dell’ imo o dell’ altro era indifferente agl’ Italiani che, incapaci a liberarsi da sè, seguivano senz’ altro la fortuna del vincitore. Non pertanto, venuto l’inverno, Teodorico dovette ritirarsi a Pavia ad attendervi nuovi rinforzi, coi quali affrontatosi per la terza volta col nemico presso all’Adda 1’ 11 agosto 490 lo vinse ancora ed assediò per ben tre anni in Ravenna. Questa alfine dovette arrendersi per la 493. fame, ed i Goti v’ entrarono il 5 marzo del 493. Odoacre fu co’ suoi più fedeli barbaramente ucciso ad un banchetto e con tali auspicii assumeva Teodorico il dominio d’Italia, riconosciuto nella sua nuova dignità da Anastasio, che allora regnava a Costantinopoli. . Mite e benefica fu per altro la signoria del re goto : serbò intatto 1’ ordinamento imperiale ; gli uffici civili erano dati quasi tutti ai Romani ; affettò di questi i costumi e gli usi ; fece buone leggi ; ai sudditi volea fosse amministrata imparziale giustizia ed avea a cuore di sollevarli dei