160 tello Valentino, come uomo innocuo, tornò alla condizione privata. Potrebbe taluno meravigliarsi, che dopo tanti esempi di dogi deposti, abbacinati, uccisi, fosse Obelerio sopportato per ben sei anni. Ma i precedenti dogi od erano divenuti odiosi per tirania, o più spesso ancora perivano per 1’ ambizione e l’invidia di qualche famiglia, che aspirando al loro posto sapeva contro di essi sollevarne almeno una parte del popo- lo ; mentre invece ai tempi di Obelerio trattavasi di una causa generale, vitale per la repubblica ; trattavasi di opinioni che aveano divisa tutta la nazione, una parte propendendo ai Greci, l’altra ai Franchi ed ambedue con buone ragioni: era una lotta insomma non di famiglie e di speciali interessi, ma di pincipii, ed il timore stesso di troppo irritare l’imperatore franco può aver contenuto in freno il partito greco più numeroso. Ma dopo la ritirata di Pipino, il partito franco ammutolì e l’altro, ripreso vigore, depose alfine i dogi. Le scosse violente però che la nazione avea sofferto da lungo tempo e l’ultima guerra dei Franchi aveano fatto conoscere, che a togliere vieppiù le interne gare ed assicurare 1’ esistenza della repubblica, sarebbe stato opportuno consiglio di trasportare la sede del governo in un’isola fino allora delle meno importanti e che non vantasse pretensioni, ma in cambio offerisse per la sua giacitura una maggior sicurezza contro gli esterni nemici. Tali condizioni presentava infatti Rialto ; ed approvata la proposizione, colà si trasferirono le principali famiglie, per le quali e per la popolazione che rapidamente si accrebbe, l’isola venne sempre più ampliata, unita colle più vicine ed abbellita. Così in Rialto si andava preparando la futura città di Venezia.