145 pari tempo con palafitte, con poderose pietre, con afiondati vascelli adoprarono ogni ingegno .a chiudere il passo dei canali ; levarono a questi le guide, fortificarono ed abbar-rarono le entrate principali e le terre vicine al continente. Tutto era movimento ; costruivansi barche, piantavansi pa- li, addestravansi i cittadini alle armi ed al remo, e incoraggiati dalle parole dei vescovi e dei capitani, attendevano animosamente il nemico. Pipino dal canto suo, preparata coll’ aiuto dei Ravennati e di quelli di Rimini, di Comacchio e di Ferrara una flotta, s’ avvanzava nelle Lagune. In pari tempo le genti del-l’Istria e del Friuli assalirono Grado, che dovette arrendersi dopo vigorissima difesa, fattavi da un maestro dei militi della veneta famiglia dei Vanii (1). Forse fu presa anche Caorle, e l’armata, fatto impeto contro Eraclea, Jesolo, Fine ed i luoghi vicini, li ridusse egualmente a soggezione e li mise a ferro e a fuoco. Poscia i Franchi s’inoltrarono pei lidi del Pineta, di Lio maggiore, di Saccagnana, bruciandoli tutti (2). Gli abitanti fuggivano a Burano, Torcello, Mazzor-bo contro le quali isole nulla poterono intraprendere' gli invasori per la difficoltà dei passaggi; come nulla tampoco tentarono del margine di Campalto, Tessera, Mestre, Botinico, essendone i canali ben muniti e tolte dappertutto le guide. Diresse quindi Pipino gli assalti dai lidi meridionali (3) ; e invaso 1’ acquoso paese vicino alle foci del Po e dell’ Adige, bruciando Fossone, Capo