Capitolo Terzo. Le invasioni. — Battaglia di Adrianopoli.- Attila. Le isole della Laguna. — La Laguna. — Grado. — Caorle. — Eraclea. — desolo. - Torcetto-Murano.-Malarnocco. —Chioggin. — Rialto. —Spinalnnga. Un movimento straordinario manifestavasi in fatti tra le germaniche popolazioni, che si spingevano, cacciavano, commischiavano a vicenda, sempre più calando verso i paesi del mezzodì, e ciò mentre l’Asia stessa si agitava e la tremenda gente dei Tartari Unni, per nuova rivoluzione accaduta nel centro di quella parte del mondo, minacciava gittarsi sull’ occidente. Correva allora il secolo IV, e gl’ imperatori Valente e Valentiniano fratelli si erano diviso l’impero, cui un solo imperatore più ornai non istimavasi bastante a difendere. Le menti erano spaventate alla descrizione che facevasi della ferocia degli Unni. « Piombare, dicevasi, esagerando il tipo e le abitudini dei Mongoli, dai monti di neve dell’Asia : avere appena d’ uomo la torma, il capo infossato tra le spalle, la faccia piatta ed informe, due punti neri e sbiechi per occhi, il naso schiacciato, senza pelo al mento. Di color livido, forti, snelli, quasi volare sui loro rapidi destrieri ; non mai sazii di sangue, crudeli perfino contro i proprii figli, che martoriavano e sacrificavano alle loro divinità, alle quali immolavano altresì tutti i loro prigionieri ; essere infine abbonarne voli frutti di nefando connubio degli spiriti del deserto colle maghe di Scizia. » Già i Goti, che dalla Scandinavia erano calati fino alle sponde del mar Nero e alle rive del Danubio, erano stati in gran parte sottomessi ; gli altri ad unico mezzo di salvezza mandarono un’ ambasciata a Valente, cui