319 Occidente, Enrico IV, cui eccitava a portare la guerra in Puglia, promettendogliene immensi vantaggi. Ma Enrico non poteva certo dare ascolto a codeste insinuazioni, avvolto com’ era allora nella famosa Guerra delle Investiture. Mentre alla metà dell’ XI secolo per gli abusi nelle elezioni, per la vita affatto mondana dei vescovi e prelati, la Chiesa mancava in Roma e fuori di rispetto e dignità, un giovinetto, figlio d’ un falegname di Savona, entrava nel monastero della Madonna di S. Aventino per istudiare teologia, sotto il maestro Giovanni Graziano, poi papa sotto il nome di Gregorio VI. Il giovanetto seguì il suo maestro in Germania, fu a Cluny, santo ritiro, in sito amenissimo e per affluenza di monaci assai rinomato. Fermatavi qualche tempo sua stanza, colà si svolve la sua indole, nell’ esaltazione d’ una pietà solitaria e sotto la regola d’ una rigida disciplina. Uscito poi più tardi da quel chiostro col nome di frate Ildebrando, visitò Roma, fu in Germania e alla corte di Enrico III, vide, la potenza di questo sul clero, vide del clero la corruzione, 1’ avvilimento e fin dall’ ora fermò in suo pensiero, essere necessaria una riforma, ed esser egli forse chiamato ad operarla. Cominciò quindi dal persuadere papa Leone IX eletto dall’ imperatore, a farsi rieleggere dal clero, e confermare dal popolo di Roma, stimando illegale quella elezione imperiale, poi eccitavalo a far leggi severe contro la simonia e gli altri disordini introdottisi nella vita dei preti. In pari tempo era instancabile nell’ estendere sempre più le sue relazioni cogli ecclesiastici più distinti, e come lui sdegnati contro il sistema delle cose d’allora, e trovavali pronti, specialmente nelle varie città d’Italia, a dargli braccio nel sostenere le sue idee. La condizione stessa della Germania lo favoriva. Enrico IV, guasto da una trista educazione, circondato da si-