259 Avveniva intanto la infelice spedizione dell’ imperatore Ottone II contro i Greci della Calabria. Gl’ imperatori d’ Oriente, Basilio e Costantino, penetrata la sua intenzione di spogliarli di quelle terre, aveangli invano spedita un’ ambasciata, e nella necessità di ricorrere alle armi, si erano volti per soccorso perfino ai Saraceni. La prima impresa di Ottone íu l’assedio di Taranto, e dopo averla ridotta, si avanzò vieppiù nella Calabria per combattere i Mori. Ebbe dapprincipio la vittoria, ma poi disordinatesi le sue truppe per darsi al saccheggio, si trovarono improvvisamente di nuovo assalite e con grande strage sbaragliate. Lo stesso Ottone?, costretto a fuggire sopra una nave greca, non potè sottrarsi a’ suoi nemici, se non lanciandosi in mare per raggiungere una barca de’ suoi, venuta destramente all’ uopo ; e tornato a Verona più non pensava che al modo di vendicarsi e lavar 1’ onta della sconfitta. Ed a Verona appunto vennero gli ambasciatori veneziani Pietro Morosini monaco, Pietro Andreadi tribuno e Badoario Noeli, perchè l’imperatore cominciava di bel nuovo a mostrarsi di mal animo contro la Repubblica, la quale avea dato soccorso di navi ai Greci, come testifica un documento degl’ imperatori Basilio e Costantino, che fa onorevole menzione de’ loro servigi (1). Furono introdotti nella grande assemblea dei principi e signori ecclesiastici e secolari germanici ed italiani, come gli arcivescovi di Magonza, di Maddeburgo, di Treviri : i vescovi di Pavia, di Como, di Metz, di Bressanone, il duca di Baviera, ecc. Presedeva lo stesso imperatore al Consiglio su magnifico trono e al suo fianco erano le due imperatrici. Gli ambasciatori veneziani furono trattati con (1) Ut non solum ad ista dedata (sic) conservata civitate inventuri, secundum antiquas consuetudines cum prompta volúntate inde-fessis servitiis ; et fornitali ambulai nostrum Imperium in Longobardia dirigere illius varicationem operare cum suis naviliis. Cod. Trev. ad an. 991. Documento assai scorretto.