92 fiumi, i porti dei lidi ; Grado, Ammiana, Olivolo, Luprio ebbere castelli e torri. Ma, non contenti a ciò i Veneziani, non mancavano all’ opportunità di gettarsi anch’ essi sul continente e con improvvise sorprese danneggiare a’ loro nemici, sicché era una vita continua di agitazione e di armi (1). Ei pare inoltre, che anche nell’interno cominciassero già a manifestarsi dissidii e che le ambizioni e le gelosie dei varii tribuni dessero motivo nella faccenda pubblica a disordini di cui poi gli esterni nemici profittavano. Laonde, raccoltasi la generale concione od assemblea in Eraclea, come luogo più sicuro, dicesi die Cristoforo patriarca di Grado prendesse a calmare gli animi molto inaspirati, ed in grave ragionamento considerasse : i danni e le molestie delle Isole provenire non meno dalla mancanza di legame tra queste e dalla discordia dei Tribuni, che dalla forza dei nemici ; tante essere le vie aperte a questi per introdursi, o colla violenza o di soppiatto, da riuscir difficile a ciascuna isola da per sè lo respingerli; per ciò avrebbe stimato molto opportuna deliberazione quella di maggiormente restringersi intorno ad un capo comune, il quale avesse l’obbligo di provvedere, non solo alla difesa della sua isola, ma delle altre tutte ; più unità vi sarebbe allora nel Comando, maggior prontezza nell’ eseguimento ; tolte le gare, tutti concorrerebbero al bene universale, sicuro e forte quindi ne diverebbe lo Stato (2). Checché sia a pensare di questo discorso, forse vero nella sostanza, viene ad ogni modo accettato comunemente che nel 697, (3) i Veneziani deliberassero l’elezione d’un (1) Et quia omnino dolebant patrios fines a Barbaris possideri maxima ínter utrasque partes jurgia interveniebant, ita ut sevicissim molestias et dejjopulationes conferri deeertarent. Sagorn. (2) Paolo Morosini 1. II e gli altri cronisti. (3) Quest’ è l’epoca in generale adottata : però il Sagomino, dicendo