32 Equilio, Torcello, Moriaua (Murano), Rivoalto, Matemauco (Malamocco), Popilia (Poveglia), Clugia minore, Clugia maggiore, e Capodargine (Cavarzere), che forma l’estremo confine verso ponente. Dei quali luoghi, alcuni acquistarono importanza solo più tardi, a’ tempi cioè dei Veneziani, altri invece sparirono inghiottiti dalle acque; noi sol diremo dei principali e che più figurarono nella storia come scene di notabili avvenimenti. Lido, ameno e spazioso, stendevasi anticamente sul margine di quella parte di laguna posta a mezzogiorno della provincia di Friuli, e su quel lido, ora in gran parte corroso dal mare, sorgeva Grado, che per argine artificiale costrutto dai Romani comunicava per via terrestre e carreggiabile con A qui leja (li. Era Grado luogo considerabile, stazione assai probabilmente d’una squadra navale romana le cui liburniche, triremi e quadriremi nelle così dette acque gradate e caprulane ancoravano (2) ; avea numerosi pascoli, vigneti, orti; abbondante popolazione, vivo commercio, passaggio frequentatissimo per le barche che facevano tragitto tra Ravenna ed Aquileja. Tra le varie industrie de’ suoi abitanti è principalmente rinomata quella dei suoi porporarii con ufficiali soprantendenti al lavoro della porpora nella Venezia e nell’ Istria (3). Crebbe di popolo e di prosperità, allorché, devastando Attila il continente, distrutta Aquileja, il patriarca di questa, seguito dal suo clero e da molti, cercò in essa ricovero (4). (1) Nel ti44 Lupo duce longobardo del Friuli sorprese Grado, arrivandovi improvisamente con uno squadrone di cavalleria per una strada anticamente costrutta dai Romani nel mare. Paolo Diacono, 1. V. (2) Filiasi, III, 877. (3) Pancirolo, Not. Imp. Const. Porph. de Aclant. Irnp. (4) Fu nell’ anno 579 che il vescovo Elia ottenne dal romano pontefice Pelagio II il decreto per cui la chiesa di Grado era dichiarata me-