Capitolo Quinto. Pietro CandianoIII, doge XXI. — Guerre narentane. — Rapimento delle spose veneziane. — Festa delle Marie. — Trattato con Berengario. — Ribellione del figlio del doge. — Pestilenza. — Morte del doge Pietro Candiano III. Fino dal secondo anno del suo dogado, Pietro Candia-no III ebbe a sostenere di nuovo i diritti del patriarca gra. dog*Txxi. dense, Marino, contro le pretensioni resuscitate da Lupo 942. allora patriarca di Aquileja. A reprimerne la baldanza,, bastò l’espediente, già dal padre adoperato contro Wintkero marchese dell’ Istria, di sospendere cioè ogni traffico col paese nemico. Stretto dal blocco, Lupo si vide parimenti obbligato a domandare la pace, per l’intercessione dello stesso Marino. Nel documento in data 13 marzo 944 (1) egli solennemente dichiara di essere stato un uomo tristo recando tanta molestia al patriarca Marino ; essersi indirizzato a questo, perchè interporre volesse i suoi buoni uffizii, giacché ogni altro mezzo di placare il doge eragli riuscito vano ; aver infine per tal modo potuto ottenere la pace ; giurare quindi di non ripigliare mai più le armi contro la giurisdizione di Grado, nè contro terra alcuna della Repubblica, obbligandosi all’ammenda di cinquanta libbre d’oro quando vi mancasse, ecc. Assicurate così le giurisdizioni veneziane, rifioriva il commercio e con esso la interna prosperità, quando risorsero le antiche molestie per parte dei Narentani. Nell’anno se- (1) Cod. Trevis. 30