v 122 terra in tutta Italia e specialmente a Pavia e a Roma (1). Il decadimento di Ravenna tornò a vantaggio de’ Veneziani, particolarmente dopo 1' alleanza conclusa nel 768 col-1’ arcivescovo Sergio (2) ; erano essi, si può dire, la sola nazione commerciale e navigatrice di quei tempi. Laonde gran cura mettevano nella costruzione de’ navigli, e già Felice Cornicola avea invitato maestri di fabbricar navi dalla Schiavonia, dall’ Istria e dalla Puglia all’ oggetto di perfezionare quelle in uso tra i Veneziani (3). Tanta prosperità venne però intorbidata da nuove discordie, le quali non è improbabile trovassero fomento ed appoggio dal di fuori, mentre tanto si disputavano un avanzo di dominio in Italia e Greci a Longobardi. Le tribunizie famiglie degli Obelerii di Malamocco, dei Villonici e Barbaromani di Eraclea e dei Gauli di Jesolo ritornavano agli antichi odii e alle guerre. Una volta un Erico Barbaromano occupò, soccorso dai Greci, i lidi Remondini, delle Pinete, di Piave e della Livenza fino a Grado ; un’ altra, Galagaulo vinse i suoi avversarli Barbaromani ed Obelerii col soccorso ^ei Ravennati. Il doge Teodato eracleano pare sostenesse la parte dei suoi, onde 1’ odio dei Jesolani contro di lui. Di questo profittò 1’ ambizione di Gaulo, il quale aspirava alla dignità ducale, per assalire un giorno il doge, mentre trovavasi a Brondolo, ove faceva edificare un nuovo castello a tutela di quei confini, e, presolo, lo accecò e cacciò dal governo. dbg?v Galla Gaulo, impadronitosi con eguale rapidità di 755. Malamocco, seppe colla forza sostenersi per un anno nell’ u-surpato dominio. Ma alfine il popolo riscosso, 1’ assediò in (1) Anast. Bibl. in vita Zachariae. (2) Conjunxit foedus cum Veneticis, ut ne deterius quid ei con-tigeret. Agnello in vita Job. et Serg. p. 410 e 430. (3) Cron. Barbara.