117 mentanei, fu deciso di affidare il potere supremo al Maestro dei militi, che ne sarebbe investito per un solo anno (1). Così il governo si tornò a costituire a governo militare e 737. tale durò per cinque o sei anni, sotto i generali Domenico Leone, Felice Cornicola, Deodato figlio del doge Orso (che secondo alcuni fu riconfermato 1’ anno seguente), Giuliano o Gioviano Cepario (eh’ ebbe da Costantinopoli il titolo di Ipato, forse per qualche aiuto recato a Costantino Copro-nimo, successore di Leone, contro gli Arabi o contro il ribelle Artabaso, o fors’ anco soltanto perchè in quei progressi dei Longobardi conveniva ai Greci tenersi ben affetti i Veneziani) ; infine Giovanni Fabriciazio o Fabri-ciaco o Fabriaco. Quest’ultimo, forse troppo feroce e, siccome eracleese, favoreggiatore de’ suoi, diede motivo a nuova guerra tra Eraclea e Jesolo, ed il canale dell’ Arco, dalle sanguinose battaglie in esso date, fu quind’ innanzi denominato homicidiale. Il popolo, stanco alfine, prese Fabri-ciaco e, a modo de’ Greci, 1’ abbacinò ; poi, a cessare le gelosie, trasportata l’assemblea nazionale da Eraclea a Ma-lamocco, fu deliberato sulla nuova forma da darsi al governo, dappoiché nè anche quella dei Maestri dei militi non avea corrisposto, e 1’ annua elezione seco portava molti inconvenienti. Si tornò quindi alla nomina d’un doge, probabilmente ¿oeg0dxv. con nuove guarentigie, di cui non ci è pervenuta memoria, 742. e a quella dignità fu chiamato nel 742 quel medesimo Deodato, figlio d’ Orso, che avea già tenuto il governo come Maestro dei militi e che stabilì ind’ innanzi la sua sede a Malamocco. (1) Anche nelle provinole di Ravenna e della Pentapoli si trovano del resto ricordati come autorità politiche, ora i duces, ora i magistri militum. Savigny, St. del diritto romano, t. I.